lunedì 30 agosto 2010

La vita del pendolare rincomincia...

Come ogni anno, dopo la pausa estiva, rincomincia il calvario dei pendolari, nella piu' totale indifferenza delle televisione, dei giornali come il Corriere della Sera o Repubblica, oramai diventati giornali di partito che scrivono pagine e pagine di non notizie, magari di gossip solo per vendere qualche copia in piu'.
Rincomincera' il calvario dei treni pieni e in ritardo, della ricerca del parcheggio, degli scioperi, del non servizio da parte di Trenitalia verso chi, purtroppo, gli paga lo stipendio da oramai 30 anni.
Oramai l'italiano e' demoralizzato, succube del sistema, assuefatto dal fatto che, tanto, non cambiera' mai niente, e anche lui niente fa' per cercare di cambiare qualche cosa, la frase e' sempre la stessa :" ma chi me lo fa' fare".
Voglio prendere l'esempio di un paese in grande crisi come la Spagna, messa, secondo molti, peggio di noi a livello economico.
Eppure hanno dei sistemi di trasporto fantastici, all'avanguardia, treni, metropolitane, bike sharing in tutte le grande citta', funicolari, quanto di meglio sulla piazza.
Barcellona, che NON ha il tarlo dell'EXPO 2015 come Milano, nel 2012, inaugurera' una nuova linea metropolitana la L9 (attualmente sono 8 linee metropolitane ), che risultera' la piu' lunga al mondo con ben 48 km cittadini e ben 50 stazioni (di cui 6 gia' aperte ) e sara' TUTTA automatica, senza autisti, e con le porte antisuicidio sulle banchine.
Per dire che fino al 1975, quindi 35 anni fa', Barcellona era al centro di una guerra interna sotto la milizia fascista di Franco, dobbiamo riconoscere che ci hanno dato il cosidetto "pagotto".
Per non parlare della sicurezza sulle metropolitane e sui treni, pattuglie che girano su ogni treno, un vigilantes in ogni stazione della metropolitana, una squadra di vigilantes con cani antidroga che girano per le banchine di metro e ferrovie, io non ricordo l'ultima volta che ho visto un vigilantes sui treni pendolari e penso di non averne mai visto uno in nessuna fermata della metropolitana.
Milano, capitale economica europea, e' il fanalino di coda per il trasporto pubblico, che si puo' paragonare veramente al terzo mondo.
Se poi pensiamo che si parla pure di tagli al trasporto regionale ferroviario italiano, qui siamo veramente al paradosso.
I prossimo mesi saranno dei mesi caldi, se ne vedranno delle belle, soprattutto se questi fantomatici tagli dei fondi verranno attuati.
La stagione e' appena iniziata e gia' ci sono delle brutte notizie nell'aria.....


Gianluca Morelli

Comitato Parcheggio Arcore

martedì 10 agosto 2010

Il futuro del trasporto pubblico lombardo.

Riportiamo un resoconto della riunione che si e' tenuta a fine Luglio in Regione Lombardia con l'assessore Cattaneo e inviataci da Giorgio Dahò
Il quadro che si preannuncia, se dovessero passare i tagli al traporto pubblico in Lombardia, e' devastante. Buona lettura

COORDINAMENTO DEI COMITATI PENDOLARI REGIONE LOMBARDIA

PER SALVARE IL TRASPORTO PUBBLICO OCCORRONO UNA
MAGGIORE CONSIDERAZIONE DEI PENDOLARI E UNA DIFFERENTE
GESTIONE DELLE RISORSE


Si è tenuta ieri pomeriggio, presso la Regione Lombardia e presieduta dall’assessore Cattaneo, la
riunione del tavolo del TPL avente all’ordine del giorno i tagli al trasporto pubblico derivanti dalla
manovra economica approvata ieri dal Parlamento.
La drammaticità della situazione che si prospetta per il trasporto pubblico è stata evidenziata dalle
stime presentate dalla Regione, ma ancora di più dalle parole dei rappresentanti delle Aziende
di TPL. Il rappresentante di TLN ha evidenziato come sia impensabile l’ipotesi di attuare, con gli
investimenti aperti grazie al nuovo contratto, un taglio di 100 milioni al bilancio della sua società.
In Lombardia verrebbero a mancare 314 milioni di euro, circa il 37% dei contributi pubblici
necessari al funzionamento del sistema. Dalle proiezioni della Regione, tenendo conto anche della
relativa diminuzione di utenza, anche un aumento delle tariffe del 50% coprirebbe solamente poco
più della metà del buco economico e provocherebbe una consistente perdita di utenza.
Non è pertanto irrealistico ritenere che, in queste condizioni, si innescherebbe una spirale di
aumento dei costi unitari, insieme ad diminuzione della domanda di trasporto, tale da portare
al fallimento molte aziende di trasporto pubblico. Ciò senza contare l’aumento dei costi sociali
per il maggiore inquinamento e congestione stradale, l’aumento dei costi sanitari per l’aumento
dell’incidentalità stradale con il relativo contributo anche in termini di vite umane, l’impatto
drammatico sui bilanci famigliari e l’impossibilità per migliaia di pendolari di recarsi sul luogo di
lavoro e di studio.
La soluzione prospettata dall’assessore Cattaneo sarebbe basata, con scarsa fantasia,
su tre fattori: tagli ai servizi, aumento delle tariffe ed efficientamento, di cui i primi due
evidentemente molto pesanti, mentre relativamente al terzo non sono state esposte molte
idee. L’ipotesi di aumenti pesanti delle tariffe è talmente concreta che la Regione rinvierebbe
l’adeguamento “fisiologico” annuale, stimato nel 2,39%, a tale occasione.
A nostro avviso, e i numeri presentati tendono a confermarlo, oltre che inaccettabile per le quantità
ipotizzate, ciò non sarebbe tuttavia sufficiente per salvare il trasporto pubblico dal disastro.
Occorre quindi trovare nuove o differenti fonti di risorse, oltre ad attuare modalità attente e
virtuose di governo del sistema della mobilità nella sua interezza e di concertazione con gli utenti.
Innanzitutto riteniamo necessario riequilibrare il peso della manovra tra gli utenti del trasporto
pubblico e di quello privato, agendo ad esempio sulle accise dei carburanti, sulle tariffe autostradali
o ricorrendo al road pricing nelle aree urbane. Dati gli elevati numeri in gioco, sarebbe infatti
possibile ricavare risorse significative senza che ciò pesi eccessivamente sul singolo individuo.
Ulteriori risparmi si potrebbero ottenere con la revisione delle norme antiquate che appesantiscono
la circolazione e i conti del trasporto ferroviario. Con la regionalizzazione delle linee ferroviarie
secondarie si potrebbero inoltre semplificare ed alleggerire le modalità di esercizio, affidandone
la gestione a privati mediante gara. Ci sembra anche naturale che i contratti di servizio, per legge
imposti con Trenitalia, non avendo più i fondi statali ad essi associati debbano essere stracciati,
affidando i servizi con gara europea. Per fare tutto ciò occorrono però nuove e più ampie deleghe
alle Regioni.
In secondo luogo, riteniamo profondamente immorale che, quando ci saranno padri di famiglia
che non potranno più recarsi al lavoro, si vadano a spendere enormi quantità di denari pubblici
per infrastrutture legate e/o funzionali all’EXPO, molte delle quali di dubbia utilità. Il valore in
gioco è talmente elevato (25 miliardi di euro), che basterebbe una piccola parte di questi soldi per
riequilibrare i conti del TPL lombardo e anche nazionale. Occorre invece predisporre un Piano
della Mobilità regionale che, con trasparenza, definisca le opere realmente necessarie e le relative
priorità. Obiettivo del Piano dovrà anche essere quello di aumentare la velocità commerciale del
mezzo pubblico per portarla ai livelli medi europei, aumentandone così la capacità di attrarre nuovi
passeggeri.
L’eventuale rimodulazione dell’offerta deve poi essere attuata con trasparenza e una reale
partecipazione da parte degli utenti al processo decisionale. Troppo spesso negli ultimi anni
abbiamo assistito a decisioni dirigistiche sulla modifica degli orari, attuate senza adeguate
motivazioni e a volte in netto contrasto con le esigenze dimostrate dei pendolari, mentre la
partecipazione è stata spesso ridotta a mera (e parziale) comunicazione.
I pendolari non sono in linea di principio contrari, a fronte di comprovate necessità, ad ipotesi di
ritocchi tariffari, ma devono prima essere stati raggiunti tutti gli obiettivi sopra esposti, nonché
dovrà essere data la piena disponibilità e in dettaglio sia dei dati dei ricavi tariffari che delle
strutture dei costi aziendali.
Rimaniamo quindi in attesa che la Regione ci fornisca delle risposte precise in merito a quanto
sopra esposto. Non possiamo peraltro esimerci dal notare che non ci sembra che, da parte
dell’assessore Cattaneo, sia stata compresa appieno la drammaticità della situazione e della
conseguente opportunità di una maggiore disponibilità ed apertura nei confronti dei pendolari, che
non sono un gruppo di rivoltosi ma leali cittadini, onesti lavoratori e padri di famiglia.
Se invece non vi sarà dunque un coinvolgimento reale ed operativo dei pendolari, con un
programma di lavoro che riprenda le strategie sopra esposte, appare naturale conseguenza nei
prossimi mesi una forte protesta, in Lombardia e in tutto il Paese, da parte di milioni di pendolari
utenti del trasporto pubblico esasperati, ma anche determinati, perché spinti da una necessità di
sopravvivenza.


Milano, 31 luglio 2010


Aderiscono al Coordinamento dei Comitati Pendolari Regione Lombardia:


Comitato pendolari Milano-Lecco
Comitato pendolari Mandello
Comitato pendolari Calolziocorte-Valle S. Martino
Comitato MMML (Milano-Monza-Molteno-Lecco)
Comitato Pendolari Bergamaschi CPB
Comitato pendolari Rovato-Chiari-Rovato
Comitato pendolari LeNord www.ilpendolare.com
Comitato pendolari LeNord Milano-Asso
Comitato pendolari Merate
Comitato InOrario Milano-Mantova
Comitato Milano-Mortara
Comitato pendolari Tortona
Comitato Milano-Varese
Comitato Milano-Seregno Giorgio Villa


Legambiente Lombardia