mercoledì 3 marzo 2010

A mali estremi, estremi rimedi...

tratto da corriere.it
una sola domanda, ma si puo' vivere cosi'?

PROTESTA PER LE CARROZZE AFFOLLATE: DENUNCIATO. MA I VIAGGIATORI LO DIFENDONO
Pendolare blocca il treno, in Rete è l’eroe
«Tutti i giorni viaggio per due ore e ogni volta in stazione si guarda il tabellone e si scommette sui ritardi»

GENOVA — Maurizio Carnevali, 45 anni, pendolare esasperato, giovedì mattina è sceso sui binari nella stazione di Santa Margherita Ligure e ha bloccato il treno, poi è stato accompagnato negli uffici della Polfer e denunciato per interruzione di pubblico servizio. E dai siti dei pendolari di tutt’Italia si è alzata un’onda di solidarietà. «La denuncia è un gesto sproporzionato — scrivono i pendolari di Gemona Udine— le vere vittime siamo noi», e quelli di Piacenza ricordano «è successo anche alla stazione di Codogno dove pendolari indignati sono scesi sui binari per le stesse identiche ragioni», il comitato pendolari liguri minaccia di «scendere in piazza» se la denuncia contro Carnevali avrà seguito. I comitati dei viaggiatori della Torino-Milano e Milano-Genova si affidano a secche dichiarazioni che sembrano dispacci militari: «Totale solidarietà a Maurizio Carnevali». Poi di nuovo giù in trincea, sul fronte ferroviario.

Ma l’interessato sa di essere diventato l’eroe, il santo dei pendolari? «Me l’hanno detto — risponde Carnevali in pausa pranzo nella ditta genovese in cui lavora —, però non vorrei diventare il santo martire». Un po’, infatti, la denuncia lo preoccupa: «Il giorno dopo a mente fredda uno valuta anche le conseguenze... e io sono un uomo tranquillo». E racconta: «Ormai da parecchi giorni il treno per Genova in partenza alle 8 e 27 da Santa Margherita arrivava con solo quattro carrozze, più una chiusa. Giovedì era così pieno che quando si sono aperte le porte qualcuno quasi è caduto di sotto. Impossibile salire». Così i pendolari chiedono perché un vagone è chiuso e se si può aprire. Un passo e Carnevali si è trovato in mezzo ai binari. Dalla banchina parole di incitamento dei pendolari storici e proteste dei viaggiatori che Carnevali chiama «gli occasionali»: «Erano arrabbiati per il ritardo e con loro mi scuso, ma quelli che viaggiano abitualmente erano con me». «In treno — continua — io passo due ore al giorno, è un pezzo di vita, non lo voglio buttare via. Voglio leggere, discutere con gli amici. Il treno per la mia famiglia è un obbligo e una necessità, io amo il treno, non ne voglio parlare male». Vita da pendolari: «Ogni mattina quando siamo in stazione, io e il mio gruppetto alziamo lo sguardo al tabellone dicendo: come vanno oggi le scommesse? Controlliamo i ritardi del nostro treno e dell’Intercity cui dobbiamo dare precedenza». Poi la beffa di quei vagoni chiusi per «motivi tecnici».

«Significa che il riscaldamento è rotto o spento — dice Carnevali — ma ci sono dei capotreno che aprono la carrozza e ci lasciano viaggiare al freddo ma seduti. Altri si rifiutano per ragioni di sicurezza ma è forse più sicuro viaggiare schiacciati contro le porte?». Sarà stata la protesta estrema («però invito a non imitarmi») o il caso ma ieri il viaggio di Maurizio Carnevali è stato perfetto: «È arrivato un treno a due piani, sei carrozze, puntuale. È stato bellissimo».

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