Mentre la politica locale si è affannata, in tutta la lunghissima fase che ha preceduto la campagna elettorale, a stabilire “chi sta con chi”, o meglio “chi sta contro di chi”, ha molto trascurato il “cosa fare” ovvero i contenuti dell’opera che candidati e coalizioni si appresterebbero a compiere.Con l’eccezione dell’iniziativa ABC (adesso basta cemento), che perlomeno ha il merito di indicare che cosa non fare, sembra dato per scontato che il governo del territorio – ovvero il nocciolo duro dell’esercizio dei poteri locali – resti affidato alla mano invisibile del mercato immobiliare, col quale si può tutt’al più negoziare (altri dicono partecipare!). E’ il trionfo della “urbanistica contrattata”, nella quale l’iniziativa resta in mano ai privati. E’ la gloria del liberismo che per altro tratta una materia la quale – a differenza dell’economia monetaria ove i soldi vanno e vengono - è un bene unico e irriproducibile. Prendiamo a titolo di esempio la decisiva questione dell’area Falck. Se la matita che ne disegnerà la ristrutturazione resta affidata alla proprietà il risultato sarà in massima parte di ricavarne edilizia residenziale. Centinaia di nuovi appartamenti che, moltiplicati per 2 o 3, danno il numero delle auto che si aggiungeranno all’intasamento esistente. Un’Amministrazione Comunale passiva potrebbe solo limitare il danno. Oppure accettarlo aggravato, come è di recente avvenuto in analoga area industriale dismessa nella vicina Vimercate.Se invece la matita resta, come dovrebbe restare in una democrazia rappresentativa, in mano pubblica allora sarebbe possibile pensare alternative a partire dall’interesse pubblico!Un’idea. Certamente da sottoporre a verifica con i soggetti coinvolti. Posto che dalla stazione ferroviaria di Arcore transitano un milione e mezzo di persone all’anno, per lo più costrette a raggiungerla in auto direttamente o tramite doppio accompagnamento giornaliero, e posto che tale fenomeno è responsabile di buona parte dell’insostenibile traffico nelle vie centrali e conseguente inquinamento, perché non pensare per l’area Falck una nuova grande Stazione di interscambio coi mezzi privati nonché con i mezzi pubblici di corrispondenza. Dotata di grandi parcheggi che drenino il traffico “a monte”. Provvista di gallerie commerciali, servizi di confort e simili, analogamente a quanto realizzato nella recente ottima risistemazione di Porta Garibaldi. Nell’ambito di tali attività potrebbero per altro trovare adeguata compensazione i legittimi interessi proprietari.Tale nuova stazione si dovrebbe aggiungere, e non sostituire l’attuale. Pertanto si tratterebbe di convincere le ferrovie a considerare la tratta Carnate-Monza-Milano anche in funzione di “metropolitana leggera” con fermate suburbane ravvicinate. Cosa non facile in assenza di un’autorità metropolitana che governi unitariamente il sistema dei trasporti, ma indispensabile vista la nuova realtà del territorio, nella quale la collocazione ottocentesca delle stazioni – a ridosso degli allora centri abitati – risulta completamente superata.Ma neppure impossibile, a patto che l’area non venga compromessa a priori salvo – col senno di poi – piangere ancora una volta sull’occasione irrimediabilmente perduta. Pertanto ABC, una doverosa pausa di riflessione per pensare il futuro.
Valentino Ballabio
Aprile 2006
Valentino Ballabio
Aprile 2006
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